GLI INDIPENDENTI

Diversi Aspiranti dello Zodiaco, per motivi contingenti o di propria scelta, dopo l'Armistizio raggiungono le loro famiglia, ma non si presentano ai bandi delle Autorità Militare del Sud e del Nord. Alcuni del Sud hanno collaborato con gli alleati che risalivano la penisola ed a conflitto ultimato hanno regolarizzato la loro posizione militare con certificazioni degli alleati

Però ci sono stati due casi, noti e particolari - due Aspiranti dopo aver aderito ai bandi dell Autorità Militari si sono trovati una denuncia per diserzione, benchè con motivi diversi.

COCCOLINI Giuseppe della 4^ Compagnia.

Dopo l '8 settembre '43 era sua intenzione di rimanere neutrale in attesa di eventi che avrebbero facilitato una scelta ponderata.

Nella primavera del '44 il padre, ultrasessantenne, fu arrestato perché sul camioncino trasportava quattro sacchi di cemento necessari per lavori edilizi, a quel tempo dichiarato "materiale strategico"

Dopo aver visto il padre prigioniero nella Rocca di Cesena in pessime condizioni - il reato non era tanto grave. Per poter liberare il padre si recò ad Altessano dove risiedevano i suoi amici, Aspiranti dello Zodiaco, che avevano aderito alla R.S.I.

Dopo due mesi trascorsi nell'Ufficio Comando il 4/6/'44 fu inviato in licenza per 15 giorni "per gravi motivi di famiglia"- riuscì a liberare il padre girando molto fra Ravenna e Cesena presso autorità italiane e tedesche. Al termine della licenza non si presentò ad Altessano per cui il 19/6/'44 risultò disertore.

Trascorse l'estate presso i nonni materni nel Reggiano, e nell'autunno '44 tornò a Bologna dove si mise in bottega e così dietro il banco di generi alimentari giunse la Liberazione il 21 aprile 945

L'8 settembre per il Coccolini era crollato il mito, l'ideale della Patria-Dea, cui tutto doveva essere sottomesso e sacrificato.

VISCUSO Giovanni della 4^ Compagnia

Raggiunta la famiglia al Sud, dopo la fuga da Forlì 10 settembre 943, sentito per radio il proclama del Maresciallo Graziani era intenzionato tornare a Nord per aderire alla R.S.I , la madre lo scongiurò avendo l'altro figlio Tenente della Folgore dato per disperso dopo la battaglia di El Alamein. In seguito al bando delle Autorità Militari del Sud si presentò al Ministero dell'Aeronautica ( 4^ ZAT ) a Bari e fu inviato a Brindisi presso il Collegio Navale, sede provvisoria della Accademia Navale che ospitava, momentaneamente la ricostituenda Accademia Aeronautica.

Trovò una decina di amici del Sud, ma, la sua presenza durò una quindicina di giorni perché notando una situazione squallida e senza speranze per il futuro presentò le dimissioni, certo di aver diritto alla nomina a Sottotenente di complemento e dopo aver assolto agli obblighi militari avrebbe proseguito negli studi universitari - fu inviato in licenza per 15 gg. in attesa di decisioni.

Ritornato dalla licenza trovò la "paradossale e assurda" novità - domanda non accettata ed inviato come aviere all'Aeroporto di Brindisi - il Comandante notando il suo stato di prostrazione disse di stare calmo e presentare ricorso, nel frattempo gli assegnò un posto nella sua segreteria.

A seguito di una lettera "piena di improperie" inviata al facente funzione di Comandante della Accademia, perché ritenuto il responsabile della situazione, l'aviere Viscuso, ex Aspirante Ufficiale pilota, si vide appioppare la massima punizione - per fortuna tramutata in sala di punizione e dopo aver scontato la punizione il Comandante dell'Aeroporto lo inviò in licenza per 20 gg.

Raggiunta la famiglia in Abruzzo, parti subito dirigendosi verso il Nord; dopo centinaia di chilometri su vie secondarie, fienili e ponti per dormire e cibo scarso, superò Loreto, però, nelle vicinanze di Iesi fu bloccato dai soldati polacchi e portato in un scuola come "fascista". Trascorsi una decina di giorni di digiuni, pavimento per letto, botte e mortificazioni fu inviato al campo di concentramento a Chiaravalle, gestito da polacchi. Dopo due settimane unitamente ad un Ufficiale dell'Esercito ed un Sergente paracadutista guastatore ci fu la fuga dal campo, per merito del paracadutista che tranciò i reticolati multipli di recinzione.

Dalla evasione dal campo di concentramento al giorno della fine della guerra, lo sfortunato Viscuso passò due anni di tribolazioni : spostamenti continui, privazioni, brevi visite in famiglia, sacrifici e paura di essere catturato dai Carabinieri perché sul suo capo pendeva una condanna per diserzione

A seguito del condono ci fu la causa presso il Tribunale Militare di Bari con la completa assoluzione - il presidente del Tribunale un Colonnello pilota, dopo il verdetto del Giudice disse testualmente < di fare causa per la integrazione al grado di Sottotenente spettante agli Aspiranti che si dimettevano dall'Accademia >, cosa che non fece perché disgustato non dell'Arma che ha amato ed amerà sempre, ma per una determinata categoria di Ufficiali che come individui hanno disonorato l'Arma, perchè inutili ed amorali.